ISCAT sostiene la candidatura della città di Saluzzo a Capitale della Cultura 2024

Saluzzo_Cap_Cultura_2024

Saluzzo e le Terre del Monviso sono ufficialmente candidate al titolo di Capitale italiana della cultura. Saluzzo insieme alle Terre del Monviso ha avviato il percorso di candidatura nel dicembre 2020 e, pochi giorni dopo, ha dato il via ai lavori per la realizzazione del dossier.

In questi mesi sono stati raccolti numerosi sostegni alla candidatura, a partire dal patrocinio della Giunta della Regione Piemonte, quello del Consiglio Regionale della Regione Piemonte e infine quello della Provincia di Cuneo. Tre avalli significativi che manifestano il pieno appoggio dell’interno Piemonte al lavoro di Saluzzo Monviso 2024, primo territorio a candidarsi con un progetto incentrato sulla montagna, i giovani e la cultura.

A questi Enti si affiancano le numerose realtà pubbliche e private che hanno voluto far parte del percorso: dal 4 dicembre 2020 hanno già manifestato il loro sostegno alla candidatura oltre 50 enti pubblici e privati, locali e nazionali, e 30 aziende che hanno scelto di appoggiare Saluzzo Monviso 2024.

Ognuno contribuisce, chi partecipando agli incontri e mettendo la propria esperienza al servizio del progetto, chi fornendo servizi, chi ancora esponendo il logo in ogni comunicazione. Un lavoro di squadra che restituisce appieno come quella di Saluzzo

ISCAT fa orgogliosamente parte di questo nutrito gruppo di aziende del territorio che si adopereranno nel prossimo futuro per sostenere la candidatura.

Il prossimo appuntamento per la costruzione del dossier si terrà a Saluzzo il 10 settembre, con un town meeting generale in cui ci confronterà su quanto raccolto in questi mesi durante gli incontri digitali e in presenza con gli abitanti dei territori.

Per ulteriori informazioni consulta l’apposito sito internet.

Nuovo prodotto per la ricarica aziendale, la wallbox trifase con potenza 11 kW o 22 kW

Siamo lieti di annunciare l’ampliamento della nostra offerta dedicata alla ricarica privata. Abbiamo sviluppato e siamo finalmente pronti a commercializzare la wallbox Serie ENTRY trifase con potenze da 11 kW oppure 11/22 kW selezionabile.

Molti di Voi ci hanno chiesto nei mesi passati la possibilità di ricaricare la propria auto con una potenza di 11 kW trifase in ambienti domestici e, perlopiù, aziendali. La nuova aggiunta alla Serie ENTRY permette una ricarica a media velocità tenendo bassi i costi di fornitura e di installazione. Pensata per le installazioni a valle di contatori trifase di almeno 17 kW, questa nuova wallbox è adatta a servire ogni tipo di auto elettrica equipaggiata con connettore Tipo2 e caricatore da 11 kW, Tesla su tutte.

Come per tutta la Serie Entry, sarà possibile richiederla con o senza il sistema di Power Management, per il monitoraggio e l’erogazione della sola potenza disponibile.

Una versione personalizzata della stessa è anche disponibile con un comodo interruttore in grado di selezionare 2 taglie di potenza: 11 kW (trifase 16A) o 22 kW (trifase 32A), pensata per i clienti aziendali con necessità di ricaricare in tempi ristretti automobili della gamma Renault o Audi E-Tron.

Potete trovarla nel nostro catalogo, aggiornato nel mese di Aprile, consultabile qui oppure contattaci per maggiori informazioni.

Integrazione tariffa di occupazione dei parcheggi riservati alla ricarica elettrica

Su richiesta delle pubbliche amministrazioni e per adeguarsi alle pratiche commerciali condivise da tutti gli operatori del settore della mobilità elettrica verrà implementata, a partire dal mese di Maggio, una tariffa per l’occupazione degli stalli riservati alla ricarica elettrica.

Questa sarà attiva solamente sulle soste oltre le 5 ore: a partire quindi dallo scoccare della quinta ora verrà applicato un costo orario di € 1,00 (IVA compresa) per ogni ora di occupazione successiva del parcheggio, fino ad un massimo di importo pari a € 5,00 (IVA compresa).

Questa misura verrà messa in atto principalmente per contrastare l’occupazione dei parcheggi riservati anche oltre il termine della ricarica dell’auto: il numero di veicoli elettrici serviti dal circuito SEMM by ISCAT è cresciuto esponenzialmente ed è nostro dovere poter garantire il servizio a tutti.

Chiediamo quindi a tutti i nostri clienti un uso responsabile delle strutture di ricarica semplicemente cercando di lasciare il posto ad altri utenti una volta terminato il proprio approvvigionamento, in modo da renderle più fruibili per tutti.

Approfondimento: come calcolare i tempi di ricarica di un’auto elettrica

Capire esattamente quanto tempo è necessario per ricaricare un’auto elettrica è utilissimo: anche per incoraggiare chi si avvicina al mondo degli EV con circospezione.

La cosa, però, può rivelarsi un affare estremamente complicato. Il motivo è che non esiste un modo semplice per dare una risposta precisa al 100%, in quanto nel calcolo rientrano molti fattori.

Per esempio la temperatura esterna: se fa troppo caldo o troppo freddo, l’operazione sarà rallentata. Poi c’è il livello di carica residua nella batteria e persino le caratteristiche del cavo con cui collegate l’auto alla presa ha la sua importanza. In caso di ricarica a casa, i 220 V delle prese domestiche, la cui potenza elettrica erogata è in genere attorno ai 3 kWh, rappresentano il caso che richiede più tempo per il rifornimento. E siccome potenze basse implicano tempi di ricarica più lunghi, per ripristinare l’autonomia di un’auto elettrica da una presa Schuko possono servire giorni interi.

In tutti i metodi di ricarica va poi considerato che parte dell’energia se ne va dispersa sotto forma di calore, invece di entrare nel pacco batterie, e altra ne viene impiegata per mantenere le batterie entro un range di temperature ottimale.

Per tenerne conto, si può stimare che almeno il 10% della corrente vada dispersa, per cui se la vostra Tesla con pacco batterie da 100 kWh è a metà serbatoio potete stimare che per recuperare i 50 kWh mancanti servano almeno 55 kWh e per completare il rifornimento da una presa che eroga 3 kWh serviranno oltre 18 ore (55:3).

Certamente le Wallbox dedicate, come quelle illustrate sul nostro catalogo, permettono di accelerare i tempi.

Le colonnine pubbliche raggiungono in genere potenze più elevate. Ma qui bisogna fare un’importante distinzione tra quelle in corrente alternata e quelle in corrente continua.

In genere, le colonnine in corrente alternata possono arrivare a potenze di 22 kW, ma qui entra in gioco il caricabatterie di bordo della vostra auto, che funziona come un collo di bottiglia. Con questo tipo di colonnine (così come dalle wallbox e dalle prese domestiche) il caricabatterie è costretto anche a trasformare la corrente alternata in corrente continua: l’unica che la batteria sia in grado di accumulare.

Per questo, se anche la potenza della colonnina fosse superiore, il minimo tempo necessario per il rifornimento della vostra auto elettrica sarebbe dato dai kWh necessari (di nuovo aumentati di circa il 10% per tenere conto delle perdite) divisi per i kWh di cui è capace il caricabatterie installato sull’auto (in genere da 6 a 12 kWh, a seconda della marca e del modello).

Diverso è il discorso dalle colonnine Fast Charge, che funzionano in corrente continua e possono quindi aggirare il collo di bottiglia costituito dal caricatore dell’auto.

Tuttavia, per prevenire usura precoce e surriscaldamento, il trasferimento di energia alla batteria viene di molto rallentato quando questa è al di sotto del 20% della carica oppure al di sopra dell’80%. Ecco perché i costruttori dichiarano sempre tempi record in quel preciso intervallo. Se per arrivare all’80% avete impiegato 30 minuti, potreste impiegarne altrettanti – se non di più – per arrivare al 100%.